Il rappresentante del Fronte Polisario in Spagna, Abdulah Arabi, chiarisce nel programma Espejo Publico, di Antena 3, alcune questioni relative al ritorno del presidente Saharawi, Brahim Gali, dopo aver ricevuto le dimissioni mediche e adempiuto volontariamente all'impegno per la giustizia e chiudere un capitolo di manipolazione iniziato a Rabat.
Il rappresentante saharawi ha sottolineato che "molte cose si stanno mescolando" e ha denunciato "l'intenzione del Marocco di sfruttare la presenza del presidente saharawi in Spagna per motivi umanitari".
In tal senso, Arabi ha avvertito che la "causa essenziale" della crisi provocata dal Marocco con la Spagna non è legata al presidente Brahim Gali, che è stato ricoverato in un ospedale di Logroño per ricevere cure per il Covid-19. "E' la scusa perfetta per portare avanti una serie di intenzioni per condizionare le posizioni politiche".
Sulla decisione del presidente di chiudere la campagna diffamatoria promossa dal Marocco, il diplomatico ha sottolineato che "quando si è aperta la possibilità di un processo giudiziario, l'abbiamo rispettata e siamo rimasti in disparte". Brahim Gali "è apparso dalla sua posizione di capo di Stato e leader di un movimento di liberazione riconosciuto a livello internazionale", ha chiarito nel programma condotto dalla giornalista Susana Griso.
Nello stesso senso, è stato schietto nel chiarire che "il Marocco è una potenza occupante", "la Spagna è la potenza responsabile di una decolonizzazione incompiuta nel Sahara occidentale" e il Fronte Polisario è "quello che combatte per l'indipendenza di un popolo".
Allo stesso modo, il rappresentante saharawi ha ribadito il suo impegno al "rispetto della giustizia", che si riflette nella decisione volontaria del presidente.
L'"uso di vite umane innocenti e minori" da parte del Marocco agli "occhi del mondo" è un chiaro esempio delle intenzioni di Rabat di fare pressione sui paesi vicini, in questo caso la Spagna, attraverso il ricatto.
Infine, Arabi ha denunciato che "il Marocco cerca di trasformare la vittima in un carnefice", mentre nelle aree occupate del Sahara occidentale si perpetrano in modo permanente violazioni dei diritti umani con l'assenza di organizzazioni internazionali e l'assoluta assenza dei media.