L'avvocato internazionale per i diritti umani Jared Genser ha annunciato che difenderà con il suo studio legale l'attivista saharawi Sultana Kahaya.
Sultana Khaya è agli arresti domiciliari dalle autorità marocchine nella città occupata di Boujdour nel Sahara occidentale dal novembre 2020.
Durante questo periodo, lei e sua sorella sono state molestate, aggredite e torturate dalla polizia marocchina.
Jared Genser entra a far parte di un ampio team internazionale di avvocati e giuristi con una vasta esperienza nella difesa dei diritti umani.
”È un grande privilegio per me entrare a far parte del team di difesa di Sultana Khaya come avvocato internazionale".
Il suo arresto e i suoi maltrattamenti, che violano numerose disposizioni del diritto internazionale, sono chiaramente legati alla sua aperta critica al governo marocchino e al suo attivismo pacifico a favore dell'autodeterminazione saharawi.
Lavoreremo instancabilmente per smascherare questa ingiustizia e per sostenere il suo rilascio immediato", aggiunge Genser.
Da parte sua, Tone Sørfonn Moe, un avvocato norvegese per i diritti umani che lavora al fianco di Mads Andenæs, ex relatore speciale delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria e presidente del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, ha affermato di essere "stupito di quanto forte rimanga Sultana nell'affrontare un trattamento così orribile, ma temo anche per la sua vita".
Il team della difesa denuncia che questo più recente raid segna un'escalation molto preoccupante negli abusi da parte delle autorità marocchine contro Sultana e i suoi familiari, e teme che il suo comportamento continui a peggiorare.
È fondamentale che venga prestata molta attenzione al suo caso, così come quella di altri attivisti.
Allo stesso modo, la dichiarazione ricorda che “Khaya è stata attaccata a lungo dalle autorità marocchine per il suo lavoro. È stata picchiata e torturata molte volte, inclusa quella aggressione violenta dalla polizia durante una manifestazione pacifica nel 2007 che ha perso un occhio". La sua detenzione è stata denunciata , tra gli altri, da Human Rights Watch , Amnesty International e Frontline Defenders.
